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L’implementazione dell’obbligo di Green Pass per i dipendenti non è priva di difficoltà, soprattutto nelle piccole imprese del terziario e del turismo. Così Confesercenti.
Il nostro auspicio è che l’estensione del Green Pass ai dipendenti dia alla campagna vaccinale l’accelerazione necessaria a raggiungere gli obiettivi e quindi a superare – in un arco di tempo ragionevole – la necessità stessa della certificazione verde.
Tuttavia, ci sono possibili criticità, a partire dall’organizzazione del lavoro nelle imprese che non possono contare su un’ampia forza di lavoro. La possibilità di sostituzione dei dipendenti senza Green Pass, prevista per le PMI, infatti non va oltre i 20 giorni, un lasso di tempo certamente non sufficiente a formare ed inserire un nuovo lavoratore, ammesso che se ne trovino disposti a lavorare per un periodo così breve.
Il rischio dunque è che, in caso di assenza di un lavoratore per mancanza di certificato, le attività si trovino scoperte e costrette ad interrompere il lavoro. Una possibilità che si potrebbe tradurre in ulteriori oneri a carico delle imprese che – laddove il dipendente rivesta ruolo strategico per l’azienda (si pensi ad esempio ad un cuoco) – si vedrebbero costrette per assurdo a sostenere i costi del tampone pur di non bloccare il servizio.
È necessario quindi un intervento urgente in sede di conversione che faciliti l’accesso alle sostituzioni, equipari i costi del contratto di sostituzione a quelli del lavoro stagionale ed allunghi i 20 giorni previsti dalla norma, quantomeno per sollevare in parte le imprese dalle difficoltà evidenziate.
In allegato il vademecum realizzato dall’Ufficio Politiche per il Lavoro di Confesercenti a disposizione delle imprese sul decreto Green Pass. Nel documento tutto quello che è necessario sapere sul DL 127/2021 e le norme in vigore dal 15 ottobre al 31 dicembre 2021.
Il Green pass diventa obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro a partire dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre 2021, quando è programmata la scadenza dello stato d’emergenza. È quanto stabilito dal nuovo decreto sul Green pass (Decreto nr. 127 del 21 settembre) varato nei giorni scorsi dal Governo e pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale.
L’obbligo del Certificato verde riguarda sia il settore pubblico che quello privato.
“I datori di lavoro sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni” sull’obbligo di Green pass e, secondo l’articolo 1 del decreto, definiscono “entro il 15 ottobre 2021, le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, ove possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell’accesso ai luoghi di lavoro e individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle violazioni degli obblighi”.
Sono previste multe fino a 1.500 euro per chi viene trovato senza certificato.
Il decreto prevede lo stop dello stipendio per i lavoratori sprovvisti di Green pass, ma non il licenziamento. Più nel dettaglio, “l’accesso del personale nei luoghi di lavoro” senza Green pass è punito con una sanzione pecuniaria tra i 600 e i 1500 euro.
Il dipendente senza passaporto vaccinale è “considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della predetta certificazione e, comunque,
non oltre il 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per i giorni di assenza ingiustificata di cui al primo periodo non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati.
Sostituzione dipendenti
Per le imprese con meno di quindici dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata del lavoratore, il datore di lavoro può sospendere lo stesso
per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta, e non oltre il termine del 31 dicembre 2021.
La validità del Green Pass e i tamponi calmierati
Importanti novità anche per quanto riguarda la validità del Green pass: il certificato diventerà valido subito dopo la prima iniezione di vaccino, non più quindi dopo 15 giorni dalla somministrazione, come previsto dalla normativa previgente. Inoltre, sarà valido per 12 mesi dalla data di avvenuta vaccinazione o guarigione.
Per quanto riguarda i tamponi, infine, è stata estesa la validità dell’esito dei molecolari a 72 ore mentre quella degli antigenici continuerà ad essere 48 ore.
I lavoratori non potranno effettuare i tamponi gratuitamente. Il prezzo del test è di 15 euro. Saranno invece gratuiti per le persone “fragili”, per i quali è sconsigliata la vaccinazione e che, quindi, non avranno l’obbligo del Green pass.
A tal proposito, secondo quanto previsto dal nuovo decreto, le farmacie sono tenute ad assicurare, almeno sino al 31 dicembre 2021, la somministrazione di test antigenici rapidi per la rilevazione del virus Covid-19, secondo le modalità e i prezzi previsti nel protocollo d’intesa.
In caso di inosservanza della disposizione, verrà applicata la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.000 a euro 10.000. Inoltre, il Prefetto territorialmente competente, potrà disporre la chiusura dell’attività per una durata non superiore a cinque giorni.
Bilancio positivo per la diciannovesima edizione de Le Piazze dei Sapori, la manifestazione enogastronomica organizzata da Confesercenti Verona con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, dall’Ente Nazionale del Turismo Italiano ENIT, dalla Regione Veneto, Provincia di Verona e Comune di Verona con il contributo della Camera di Commercio di Verona in piazza Bra dal 23 al 26 settembre.
Nel pieno rispetto delle normative di prevenzione del Covid19, gli oltre 60 operatori, provenienti da tutta Italia, hanno proposto le eccellenze alimentari di ciascuna regione al folto pubblico che ha molto apprezzato la kermesse in piazza Bra.
«Siamo molto contenti, continuiamo a ricevere messaggi di ringraziamenti per l’ottima riuscita dell’evento, - sostiene Alessandro Torluccio, coordinatore dell’evento e direttore generale di Confesercenti Verona - Le Piazze dei Sapori ha confermato la sua capacità di attirare l’attenzione del pubblico, quasi 100 mila le visite. Si sono rivisti i turisti, molti di prossimità, infatti molte sono state le presenze di visitatori italiani provenienti soprattutto dalle regioni limitrofe. Nella quattro giorni della rassegna, infatti, sono aumentate rispetto al passato le presenze dei turisti italiani, alla scoperta delle eccellenze alimentari, dei migliori vini e dei piatti tipici regionali italiani. Sempre di più sistema con il territorio, grazie alla collaborazione con Coldiretti per la promozione dei prodotti della Lessinia. Ma il risvolto positivo c’è stato anche per le attività del Liston, i tavolini nel weekend sono stati presi d’assalto dai visitatori, questa è la conferma che eventi di rilievo fanno bene al tessuto economico della nostra città»
«Questa è stata un’edizione particolare, – aggiunge Paolo Bissoli, presidente di Confesercenti Verona – volevamo ringraziare in particolar modo l’amministrazione comunale di Verona, gli operatori che continuano a credere in questa manifestazione e tutte le persone che a vario titolo hanno portato il loro contribuito alla riuscita di questo importante evento».
«Dai dati in nostro possesso, nei quattro giorni della rassegna, lo stand di promozione dei ristoranti tipici con la mescita del vino del Consorzio del vino Custoza DOC accompagnato dalle bruschette con l’olio dei Frantoi Redoro ha servito quasi duemila calici e consegnato oltre 1200 brochure informative sui ristoranti riconosciuti dal Comune di Verona. Riconfermata la bontà del progetto di promozione e importante anche la cifra che Confesercenti riconoscerà al Comune di Verona per la loro valorizzazione, circa duemila euro» afferma dall’ufficio eventi di Confesercenti Fabio Vecchia.
“Un altro successo per Verona, a riprova che gli sforzi messi in campo per ripartire stanno portando grandi risultati per la città e per il nostro tessuto economico – afferma il sindaco Federico Sboarina -. Non potremmo essere più orgogliosi di così. Questa manifestazione di Confesercenti che, da anni, richiama nel cuore del nostro centro storico le eccellenze enogastronomiche, è un bel volano economico viste le migliaia di persone che attrae. Oltre ad essere una vetrina dei nostri prodotti tipici e dell'identità scaligera. In un anno così pieno di incertezze, non potevamo sperare in un risultato migliore. A Confesercenti va il nostro ringraziamento per averci sempre creduto e aver organizzato al meglio l’iniziativa”.
“Quasi 100mila visitatori hanno partecipato alla manifestazione “Le Piazze dei Sapori” che ha reso ancora una volta piazza Bra una vetrina internazionale per la promozione del Marketing turistico e di tutte le tipicità e le eccellenze agroalimentari - sottolinea l’assessore al Commercio Nicolò Zavarise - È stata altresì un’opportunità importante per le ricadute virtuose sul perimetro dell’intera città, valorizzando produzioni e attività tipiche dell’identità veronese, veneta e italiana. Un’occasione di rilancio per tutta la filiera delle attività economiche, oggi più che mai elemento fondamentale del circuito economico e professionale del nostro Paese”.
Apprezzatissimi gli eventi collaterali, dai show cooking di Flover ai giochi di magia, dalla presenza delle mascotte dei parchi al suono dei violini, dai giochi sulla sostenibilità ambientale alla promozione dei ristoranti tipici fino all’intrattenimento degli artisti di strada. Insomma, davvero un evento alla portata di tutti e per tutti.
Confesercenti ha somministrato lo zucchero filato ai bambini per raccogliere fondi a favore di altri bambini, infatti verrà devoluto l’intero ricavato ad ABEO.
Grazie alla collaborazione con Verona Social capitanata da Alex Camara, si è parlato molto di Verona online, l’evento è stato trasmesso con 479 post e stories, ha raggiunto una copertura di 2.392.641 e visite dirette al sito di oltre 40.000. il 39% di chi ha interagito con le pagine, è straniero, principalmente da Germania, Paesi Bassi, Polonia Francia e Spagna. Sono stati ingaggiati travel-blogger, influencer e food-blogger che hanno realizzato Vlog per il loro pubblico che si aggira attorno ai 30 milioni di follower. Presente anche all’evento la veronese Valentina Raso, travel influecer, menzionata proprio sabato scorso dal presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, per essere stata selezionata da Vanity Fair per la promozione del territorio Veneto.
Un’edizione che fa ben sperare al rilancio della nostra città e che vedrà Confesercenti impegnata su questo fronte al fianco delle imprese per cercare di tornare ad una normalità o, per un primo momento, a convivere con questo problema governandolo facendo sistema tra amministrazione, associazioni e aziende.
Conclude Alessandro Torluccio “L’obiettivo di Confesercenti è sempre stato quello di rispettare il territorio, infatti l’utilizzo di stoviglie in mater-bi bio-compostabili, di energia pulita da fonti rinnovabili, l’uso di acqua pubblica e l’abbattimento delle barriere architettoniche, hanno reso la manifestazione ad impatto zero, anche grazie all’importante supporto di Amia, Agsm Aim, Acque Veronesi e Stylla».
Insomma, le Piazze dei Sapori hanno riportato la tradizione a portata di mano, offrendo ai visitatori un quadro completo dell’Italia “mangereccia”, perché ai veri piaceri del palato, certo non si può rinunciare.
L’evento per il suo ventennale nel 2022, verrà ora ospitato in altre città italiane ed estere, ma è già partita la macchina organizzativa per l’organizzazione della prossima edizione nella città di Verona, un appuntamento che sarà ricco di eventi e di novità.
Imprenditori e consumatori spaccati a metà tra favorevoli e contrari. Per il 35% dei clienti con green pass si è più sicuri e si consuma più volentieri Pubblici esercizi preoccupati. “Prevedere fase sperimentale senza sanzioni, come in Francia”
Non convince tutti, ma in pochi si sottraggono. Il green pass, il certificato vaccinale che dal 6 agosto sarà obbligatorio esibire per entrare in ristoranti e bar al chiuso, divide l’opinione pubblica italiana. Ma in pochi rinunciano: il 47% degli italiani già si è procurato il green pass, mentre il 20% segnala di aver iniziato l’iter per ottenerlo. Rimane, però, un 21% che resiste all’idea dell’obbligo di certificato vaccinale e dichiara di non volerlo ottenere.
È quanto emerge da un sondaggio condotto da SWG per Confesercenti su un doppio campione di consumatori e imprenditori della ristorazione, del servizio bar e delle altre attività di ristorazione, interpellati tra il 28 luglio e il 2 agosto 2021.
Favorevoli e contrari. L’introduzione dell’obbligo, come anticipato, ha spaccato gli italiani quasi a metà, in particolare gli imprenditori di bar e ristoranti: tra questi, infatti, la percentuale di favorevoli al green pass per i clienti è ferma al 53%. Divisiva anche l’organizzazione pratica dell’obbligo: il 46% dei consumatori ritiene che non sia corretto affibbiare l’onere del controllo del green pass ai ristoratori, quota che – non sorprendentemente – sale al 54% tra i ristoratori stessi. A rafforzare il rifiuto delle imprese, lo spettro di doversi assumere responsabilità eccessive: ogni errore potrebbe avere conseguenze salate, con sanzioni onerose che arrivano fino alla chiusura del locale. Per questo, il 60% delle attività chiede che anche in Italia, come in Francia, si preveda un periodo ‘cuscinetto’ senza sanzioni per accompagnare almeno la fase iniziale dell’avvio dell’obbligo.
L’effetto sulle imprese e sui consumi. Anche la stima dell’impatto economico del green pass divide. Gli imprenditori sono i più pessimisti: il 46% teme che l’introduzione dell’obbligo avrà un effetto negativo, con aumento dei costi a carico dell’impresa e riduzione dei fatturati; mentre solo il 29% spera in un effetto positivo. Una valutazione negativa dovuta anche al timore di non poter sostenere l’attività: il 54% delle imprese, infatti, dichiara di non avere spazi per il consumo all’esterno sufficienti a tenere in piedi l’impresa. Tra i consumatori, invece, prevale l’ottimismo: sebbene ci sia un 20% che sostiene che il green pass avrà un effetto negativo, il 37% ritiene che il certificato vaccinale non modificherà le sue abitudini di consumi, ed un ulteriore 35% dichiara anzi che la maggiore sicurezza offerta dal green pass lo porterà a mangiare più spesso nei pubblici esercizi.
“L’auspicio”, commenta Confesercenti, “è che l’obbligo di green pass sia efficace nell’accelerare il processo di vaccinazione. Come segnala il sondaggio, però, gli imprenditori temono difficoltà, soprattutto nella fase di controllo, che li trasforma di fatto in agenti di pubblica sicurezza: un ruolo che non spetta certo loro, un punto su cui sembrano concordare anche i clienti. Gli operatori del settore sono in prima linea per dare un contributo e sensibilizzare, ma il nuovo obbligo deve essere una responsabilità condivisa da tutti: meglio informare che sanzionare. Per questo sarebbe opportuno prevedere in avvio una fase sperimentale senza multe, come è stato fatto in Francia”.
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